La seduzione sei tu che mi parli guardandomi dritto negli occhi, senza abbassare lo sguardo. E’ il tuo perdere il filo del discorso un attimo, il tempo di un battito (di ciglia, di cuore..?).

E’ un dialogo a distanza, in punta di tastiera, cercando le parole, perse fra diverse armonie, fra anime diverse.

E’ guardarti parlare, mente con le mani sottolinei gli accenti.

La seduzione, é un grigio mese di novembre, un viaggio di 700 chilometri in soluzione unica, in silenzio lasciando parlare solo la musica, quella che sapevi che sarebbe arrivata dritta al centro di me stessa.
Perché era di noi che si parlava, anche stando in silenzio.
E’ il mio nome, sussurrato con i tuoi accenti, a fior di labbra, unica concessione a quel che siamo stati.

E’ quel tuo sguardo in tralice, quello che ti ho rubato quel giorno in cui pensavi non ti stessi guardando. Una carezza a distanza, un ultimo addio.

La seduzione é un novembre di velluto, sei tu “che pur di seguire una bella musica andresti anche in guerra”,

E’ qualcosa di te, che voglio continuare ad indossare, anche quando fa male.
E’ qualcosa di te, che devo fare a pezzi, se voglio continuare a vivere.

Non ha nétempo, né regole, né buone maniere.